Maria Consolata Lusso*
I manufatti di Morbello
Prima pubblicazione su
Labirinti 6, GGN CAI Novara 1986
*Gruppo Speleologico
Piemontese - CAI Uget Torino
Il mondo delle grotte è
ancora per l' uomo un mondo scono sciuto e sorprendente, come può
apparire sorprendente che nono-stante freddo, umidità e buio
esistano una flora ed una fauna sotterranee, le cui specie nascono,
vivono e muoiono in condizioni ni che sarebbero invivibili per gli
essere umani.
Si ha l' impressione che si tratti di un ambiente che con quello
di superficie non può avere nessun trait-d'union. Eppure
non sempre è ed è stato così.
Pensiamo alle Grotte di Toirano, dai nostri antenati scelte, come
tante altre(iBalzi Eossi, la Grotta delle Fate, per fare il nome
di alcune fra le più conosciute e territorialmente al Piemonte
più vicine), a difesa dai pericoli dell'esterno: esse hanno
conservato gelosamente il ricordo di questi stazionamenti in modo
che noi oggi possiamo, con l'aiuto degli studi fatti sui reperti
e con un po' di fantasia, immaginarci il modo di vivere dei nostri
antenati. In alcuni casi questi particolari ambienti, volutamente
trascurati in epoca storica, hanno conservato fino a noi manufatti
e testimonianze della presenza dell'uomo in una determinata zona.
E' il caso di buchi che servivano da discariche, veri e propri immondezzai
dell'antichità.
Nel caso della grotta che a noi interessa, la Tana di Morbello,
i manufatti sono stati trovati ad una certa distanza dall'ingresso,
portati dall'acqua che, se non li ha distrutti, li ha però
dilavati a tal punto da renderli quasi illeggibili; si tratta di
cocci di ceramica ad impasto e di ceramica invetriata. Mentre quelli
appartenenti al secondo tipo si direbbero con una certa sicurezza
di fattura medievale, essendo all'epoca abbastanza consueto dipingere
la ceramica in modo che dopo la cottura acquistasse la lucentezza
e la capacità di riflettere tipica del vetro, da cui il nome.
Quelli appartenenti al primo genere, in cattivo stato di conservazione,
sono difficili da collocare cronologicamente.
Si tratta di cocci dalle dimensioni molto ridotte, che si sgretolano
al tatto, dei quali uno presenta un segno che potrebbe essere un
graffito. L'impasto di cui sono composti è ottenuto con una
tecnica che veniva usata sia nella preistoria,. quando ancora non
si conoscevano i metodi di depurazione dell'argilla, sia nell'Alto
Medioevo, epoca in cui l'estrema povertà di mezziedi tecniche
fece sì che si tornasse in alcuni casi a metodologie ormai
dimenticate e superate, come nel caso di alcuni tipi di recipienti.
Per quanto riguarda Morbello sarei propensa ad accettare la seconda
delle due ipotesi, cioè quella altomedioevale, data anche
la presenza dei cooci ad invetriata più sicuramente databili,
e che quindi potrebbero essere considerati come dei "Fossili
guida". Il ritrovamento si spiegherebbe con il fatto che un
certo numero di recipienti, poichè rotti o inutilizzabili,
siano stati gettati in una cavità o in un buco e i relativi
cocci, trasportati dall'acqua, siano poi stati spinti più
all'interno del la grotta.
DESCRIZIONE DEI REPERTI RINVENUTI
I - Unico pezzo ritrovato sagomabile. Diametro
cm. 2I,5 - h. non precisabile. Appartenente ad una forma aperta
probabilmente un tipo di coppa profonda. Impasto fine di colore
rosa con tracce di pittura molto evidente nella parte interna del
tipo a invetriata con colori giallo uniforme e tre chiazze di verde
in tenso; all'esterno qualche traccia di color terracotta, comunque
in gran parte saltata.
2 - Frammento molto sgretolabile anche soltanto al tatto, ad impasto
fine e ben depurato. Si tratta di un orlo appartenente ad un recipiente
del diametro di circa 20 cm. Le condizioni del pezzo non permettono
di individuarne la forma.
3 - Due frammenti di parete che combaciano, uno dei quali uno presenta
un foro; probabilmente questo foro aveva lo scopo di permettere
il passaggio di un manico per il trasporto, oppure serviva ad appendere
il recipiente stesso. Purtroppo le condizioni del frammento non
permettono una ricostruzione della forma. L'argilla è di
tinta rosa carico, con rare intrusioni micacee ed augitiche.
4 - Frammento ad impasto piuttosto grossolano, molto mal conservato.
All'esterno presenta delle incisioni che potrebbero essere ciò
che rimane di un graffito.
5 - Frammento di parete di forma aperta come stanno a dimostrare
le tracce di pittura sulla faccia interna. La forma non è
ricostruibile. L'argilla, molto ben depurata, è di un colore
rosa carico, quasi arancione.
DISEGNO DEI REPERTI RINVENUTI
